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La nuova Legge Urbanistica Regionale (L.R. 24 del 21.12.2017) rappresenta una vera e propria rivoluzione rispetto al passato. Per esaminare le caratteristiche del testo di legge e calare i contenuti nel contesto locale, nei giorni scorsi a Palazzo Soragna si è svolto un convegno promosso dalla Sezione Edili dell’Unione Parmense degli Industriali, con la partecipazione del dott. Giovanni Santangelo materiale estensore della Legge.

La nuova legge è entrata in vigore il 1° gennaio 2018, data dalla quale i Comuni hanno tre anni di tempo per avviare il procedimento di approvazione del nuovo Piano Urbanistico Generale (Pug), ed ulteriori due anni per completarlo, sostituendo gli attuali strumenti urbanistici. La Legge, approvata dopo un lungo iter procedurale, si concentra sulla tutela del territorio e dell’ambiente, sulla legalità, sulla trasparenza e la semplificazione, oltre che sul contenimento  dell’uso del suolo che nel caso specifico di Parma prevede  il taglio del 60% delle previsioni urbanistiche, la riduzione dall’11%  rispetto all’ultimo piano,  limitando al 3% la quota di espansione possibile utilizzabile esclusivamente per insediamenti produttivi o per ERS. Si prevedono anche stanziamenti ipotizzati in  30 milioni di euro integralmente destinati alla rigenerazione urbana.

A seguire, dopo l’illustrazione dei punti salienti da parte dell’estensore e gli interventi dell’ing. Andrea Baghi, per l’UPI, e dell’assessore all’urbanistica di Parma arch. Michele Alinovi, si è svolta una tavola rotonda per illustrare le posizioni e l’opinione di ingegneri, architetti, geometri e Università a cui sono intervenuti: Gian Luigi Capra (ingegneri, vice presidente nazionale Censu), Daniele Pezzali (presidente architetti), Piero Vescovini (collegio dei geometri), Michele Zazzi (Professore di Urbanistica Università di Parma).

In particolare, l’ingegner Gian Luigi Capra ha sottolineato <l’inversione di orientamento rispetto alla legge 20 del 2000 pensata per una espansione edilizia delle città>. Con la nuova legge regionale <la pianificazione urbanistica – ha spiegato Capra – è pensata per aumentare l’attrattività e la vivibilità delle città attraverso politiche di rigenerazione urbana, contenere il consumo di suolo, accrescere la competitività del sistema territoriale>. Significativi anche i cambiamenti che riguardano le valutazioni di sostenibilità. <Se prima si trattava di un sistema di verifica delle scelte– ha precisato – ora rappresentano l’elemento principale che indica la strategia e porta a determinare gli obiettivi della pianificazione>.  Serve un cambio di mentalità per comprendere pienamente l’inversione di orientamento prevista dalla nuova legge. <Gli operatori si devono rivolgere alla rigenerazione – ha osservato –  ma anche i tecnici chiamati a rilasciare i provvedimenti devono cominciare a ragionare in modo nuovo, devono mettersi a fianco degli operatori per condurli a un fine comune,  consapevoli che non si tratta di valutare una conformità ma che occorre costruire un opportunità per il territorio attraverso l’uso di uno strumento non più esattamente definito come in passato, ma flessibile e dai  contorni meno definiti>. Le amministrazioni, da parte loro, secondo Capra <devono essere politicamente forti e in grado di sostenere chiare scelte di orientamento per conformarsi a quanto dice la legge>. Si è parlato anche del  tentativo di superare il decreto ministeriale del 2 aprile 1968 n° 1444, chiaro e univoco riferimento per decenni dell’attività edilizia:  è un’azione per certi versi necessaria a favorire la rigenerazione urbana <ma espone al contenzioso in materia civilistica, regolando materia di diritti reali fra proprietà diverse;  – ha dichiarato Capra –  i recenti orientamento delle sentenze va infatti verso la conformità al decreto ministeriale e non al suo superamento>. <Bisogna quindi valutare se buttare nel cestino – ha concluso – uno dei pochi capisaldi che dal 1968 ha determinato e condizionato lo sviluppo delle città in Italia>.